Sorpresa durante una nuova udienza del processo per l’esplosione della Greengenetics, l’azienda eugubina saltata in aria il 7 maggio 2021 con due morti e diversi feriti. Il maresciallo ex responsabile dei carabinieri del lavoro di Perugia è indagato per falsa testimonianza e falso per aver taciuto che sua figlia ha lavorato per un periodo in nero per la Greenvest, nella trimmatura della canapa light, nella casa dove abitava con il padre. Questa circostanza è stata taciuta dal sottufficiale quando, mesi fa, ha deposto in aula sugli accertamenti condotti all’indomani dell’esplosione.
La pm Gemma Miliani, nell’udienza di giovedì 16 gennaio, ha prodotto alla Corte d’assise l’avviso di conclusione delle indagini svolte nei confronti del testimone che nel frattempo è andato in pensione. Il maresciallo, chiamato a verificare la regolarità dei rapporti di lavoro di Greenvest e Greengenetics, riferì in aula – su domanda dell’avvocato di parte civile Ubaldo Minelli e falsamente secondo l’accusa – di non avere mai sentito parlare prima dello scoppio delle due società e di essere all’oscuro dell’attività che svolgevano, ma soprattutto di avere scoperto un’unica posizione irregolare (non quella della propria figlia).
In realtà le nuove indagini hanno appurato che tra le collaboratrici in nero di Greengenetics e Greenvest, riconducibili agli imputati, c’era appunto la figlia dell’allora capo provinciale dei carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Perugia, pagata a cottimo e senza contratto ma non coinvolta nella vicenda giudiziaria. La prossima udienza fissata a febbraio sarà dedicata all’acquisizione di eventuali nuovi documenti e alla chiusura formale della fase istruttoria.