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La “Madonna del Melograno” è tornata a casa

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Nessuno avrebbe mai immaginato che la “Madonna del Melograno” potesse trovarsi in una cantina in stato di abbandono, come rivelano le foto del luogo che ha custodito il quadro perduto per qualche tempo. Oltre agli accertamenti investigativi condotti dai Carabinieri, è stato fondamentale l’apporto dei funzionari della Pinacoteca di Palazzo dei Consoli che hanno rinvenuto un ulteriore elemento a riprova del fatto che si trattasse proprio del quadro rubato. L’opera ora si trova a Palazzo dei Consoli e lì rimarrà fino a metà gennaio 2025, quando sarà inviata a Roma per una revisione e una ripulitura.

Dopo quasi 46 anni il dipinto “Madonna del Melograno” del cosiddetto Pseudo Pier Francesco Fiorentino è tornata nel Palazzo dei Consoli, luogo dove è stato conservato fino alla notte tra il 18 e il 19 marzo 1979, quando ignoti lo trafugarono. Il furto, se da un lato venne perfettamente orchestrato ed eseguito, dall’altro ha lasciato sempre tanti dubbi che sono e rimarranno irrisolti, non avendo rintracciato né gli esecutori, né eventuali soggetti che lo possano aver commissionato o ricettato.

Oltre agli accertamenti investigativi dei Carabinieri, è stato fondamentale l’esame autoptico condotto dai funzionari della Pinacoteca del Comune di Gubbio, che dopo un’attenta visione della tavola la riconoscevano senza alcun dubbio come l’opera d’arte asportata nella notte tra il 18 ed il 19 marzo del 1979 e nel contempo individuavano un ulteriore elemento irripetibile, ovvero due fori di chiodi localizzati sulla cornice in basso a sinistra che in origine assicuravano la targhetta con il numero di inventario dell’Ente proprietario.

Ma se il trafugamento fu rocambolesco, altrettanto lo è stato il ritrovamento. Secondo la ricostruzione fatta dal comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza dei Carabinieri, il tenente colonnello Giuseppe Marsiglia, “nel 2019 un operaio di origine tunisina addetto allo ‘svuotamento’ di un locale seminterrato in un edificio abbandonato di Imola, rinviene un sacco nero della spazzatura, all’interno del quale c’è la tavola dipinta. Essendo musulmano e rispettando quindi la figura di Maria – spiega ancora Marsiglia – non lo getta nell’immondizia con tutti gli altri materiali contenuti nel sacco, ma se lo porta a casa. Qualche mese fa lo stesso operaio lavora per conto di un imprenditore di Imola e vede a casa di questi una parete con altri piccoli quadri con la Madonna e quindi decide di far dono a questo imprenditore della tavola ritrovata qualche anno prima”.

L’imprenditore, incuriosito dal soggetto e dalla fattura dell’opera, cerca notizie su internet e si accorge subito che si tratta di una tavola cercata da anni. Informati i carabinieri, si giunge all’epilogo di questa vicenda. Le indagini sono durate di fatto per 45 anni, fino a pochi giorni fa quando, fugato ogni possibile dubbio, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno comunicato al sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, l’avvenuto ritrovamento.

Il ritorno in città dell’opera quattrocentesca è stato salutato con tutti gli onori possibili. Una suonata straordinaria del Campanone, come avviene da sempre in occasione di grandi avvenimenti della città, ha dato ancora maggiore rilevanza a questo fatto storico per la vita eugubina. Adesso La Madonna del melograno resterà esposta nella sala dell’Arengo fino al 12 gennaio 2025. Verrà poi riportata a Roma per una revisione totale e una ripulitura, prima di essere ricollocata stabilmente nella pinacoteca civica di Palazzo dei Consoli.

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