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AAA Cercasi ginecologo per il Consultorio, solo 6 ore di servizio settimanale tra Gubbio e Gualdo Tadino

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Nel giro di un anno si sono dilatati i tempi per ottenere una visita ginecologica: da 15 giorni a 9 mesi, proprio il tempo medio di un parto. A tenere le porte sempre aperte ci sono le ostetriche, che continuano a garantire i servizi ma serve il supporto medico. Voci di corridoio parlano di un ripristino del servizio in tempi brevi.

C’era una volta un servizio efficiente. Tuttavia, resistere esposti ai venti di burrasca che tirano in ambito sanitario a livello nazionale non è facile e ne sanno qualcosa i consultori del Distretto Alto Chiascio di Gubbio e Gualdo Tadino.
Fino al novembre 2023 i due importanti presidi garantivano sul territorio la presenza di un medico ginecologo ogni giorno, dal lunedì al venerdì, tre giorni a Gubbio e due a Gualdo. In pratica, in caso di necessità una donna sapeva di dover percorrere pochi km al massimo per ottenere assistenza, specialmente se in stato di gravidanza.
Dal mese di dicembre dello scorso anno, quando il ginecologo responsabile ha lasciato l’impiego per andare in pensione, la situazione è radicalmente cambiata. Sono due le ginecologhe che prestano servizio nel distretto, una a Gubbio il giovedì mattina e l’altra a Gualdo Tadino il lunedì, per 6 sole ore di servizio.
Quali sono le conseguenze? Fino a un anno fa, prenotare una visita ginecologica in consultorio richiedeva un’attesa media di un paio di settimane, mentre attualmente le prenotazioni sono chiuse e qualche settimana fa le ultime disponibilità erano calendarizzate a maggio 2025.

I consultori hanno una funzione fondamentale, oltre a quelle di prevenzione, cura e tutela della salute: accompagnano le donne e le famiglie in fasi cruciali della vita. Ora, a garantire una porta sempre aperta sono rimaste praticamente soltanto le ostetriche, e per fortuna.
Le brave professioniste continuano a dedicarsi a screening, prevenzione, contraccezione, consulenza e al Percorso Nascita, il protocollo di intervento che accoglie non solo la donna in gravidanza ma la stessa coppia genitoriale e l’accompagna in un iter fatto non soltanto di visite mediche. Il percorso garantisce una continuità fra territorio e ospedale e mira a una genitorialità consapevole: visite ed ecografie ostetriche mensili, prenotazione diretta degli esami e delle visite necessari e poi il C.A.N., Corso di Accompagnamento alla Nascita. Quest’ultimo prevede vari incontri, pre e post parto: si inizia con dei momenti informativi, condivisi con altre donne, sul travaglio e sull’allattamento; si incontra un medico anestesista per conoscere le possibilità di parto senza dolore; viene offerto un corso di disostruzione delle vie aeree di neonati e bambini; ci si incontra alla biblioteca comunale per parlare di relazione genitore-figlio e di come coltivarla anche con la condivisione di momenti di lettura ad alta voce; sullo stesso tema verte anche l’incontro organizzato con una pedagogista. Dopo la nascita del figlio, oltre alle valutazioni e riabilitazioni fisiche necessarie, sono promossi altri incontri sullo svezzamento, sul massaggio infantile e sullo sviluppo motorio, con l’aiuto di fisioterapiste.

Il protocollo prevede che alla donna in gravidanza nell’arco dei 9 mesi siano garantite visite ostetriche mensili e solo tre ecografie effettuate dal ginecologo, quelle necessarie in caso di gravidanza fisiologica. Tuttavia, è fondamentale la garanzia di un supporto medico costante sul territorio, da parte di un professionista presente e reperibile. Se ciò risulta particolarmente necessario durante i tre trimestri di gestazione, lo è comunque per ogni donna in qualunque altra fase della vita.

L’intenzione dell’Azienda Sanitaria pare sia quella di ripristinare il servizio come era strutturato fino allo scorso anno e voci di corridoio lasciano sperare in qualche novità in tempi brevi. E noi, speriamo.

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