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Donnie Darko, un esordio “maledetto”, una pellicola indecifrabile e un fenomeno cult che resiste ancora dopo vent’anni e torna al cinema

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Donnie Darko, a vent’anni dalla sua uscita in Italia, torna al cinema. Distribuito da Notorious Pictures, il restauro del film scritto e diretto dall’allora esordiente Richard Kelly, uscirà il 3, 4 e 5 giugno anche nelle sale cinematografiche dell’Umbria regalando agli amanti del genere un’occasione imperdibile per immergersi nella sua dimensione unica ed enigmatica.

Un film che non è nato cult, ma che lo è diventato. Gli inizi di Donnie Darko, infatti, non furono affatto promettenti. Presentato al Sundance Film Festival nel 2001 in una versione di 2h e 45’, uscito nelle sale americane nell’ottobre dello stesso anno tagliato di quasi un’ora, all’epoca non venne ben accolto dalla critica e fu anche un flop al botteghino. Arrivò nelle sale grazie all’impegno di Drew Barrymore, co-produttrice del film, e all’endorsement di Christopher Nolan, ma non fu affatto fortunato. La distribuzione – in seguito all’attacco alle Torri Gemelle – fu costretta a ritirare la locandina originaria, in quanto ritraeva l’incidente aereo del film, e non ebbe la possibilità di condurre una buona strategia di marketing col nuovo e definitivo poster in cui giganteggiava il volto del coniglio Frank. Un esordio “maledetto”, insomma, che però contribuì a rafforzare l’alone misterioso attorno alla pellicola, già criptica e ricca di interrogativi per la storia che portava sullo schermo.
In quegli anni il web era in forte espansione. Stavano prendendo piede i blog, i forum, e i giovani portavano in rete le loro discussioni. Tra queste, si fece largo Donnie Darko con la sua natura enigmatica e il suo finale indecifrabile. In poco tempo il film divenne un vero e proprio fenomeno culturale per una nuova generazione di spettatori, un mito per adolescenti e cinefili.
È tutta una proiezione mentale di Donnie? In realtà Donnie è morto? È intrappolato in un loop temporale? E cosa rappresenta il coniglio Frank? Il teen drama apocalittico di Kelly si è così costruito gradualmente il suo successo sfidando il pubblico ad interpretare la sua struttura narrativa, i suoi simboli e a tirar fuori nuove teorie tra fisica quantistica e filosofia.
Avvolto dal suo alone mitico e misterioso, il film arrivò in Italia nel 2004, nella versione Director’s Cut, presentata in anteprima alla Mostra di Venezia. Da allora sono passati vent’anni, ma il film continua a suscitare diverse interpretazioni e dibattiti.

Donnie Darko, che vede nel cast Jake Gyllenhaal, Jena Malone, Mary McDonnell, Maggie Gyllenhaal, Drew Barrymore, Patrick Swayze e Noah Wyle, ha segnato intere generazioni di spettatori ed è diventato un autentico oggetto di culto nel corso degli anni. Il film ha rappresentato a tutti gli effetti un precursore del cinema e della serialità che negli ultimi due decenni si sono mossi tra scienza e metafisica e continua ancora oggi a suscitare diverse interpretazioni e dibattiti.

Mescolando elementi di thriller psicologico, fantascienza e dramma adolescenziale, il film trasporta il pubblico alla fine degli anni ’80 e segue le vicende di Donnie, giovane problematico che inizia a essere tormentato da strane visioni e che, scampato per miracolo ad un incidente misterioso, in preda ad un attacco di sonnambulismo incontra il coniglio Frank, il quale gli predice la fine del mondo.

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