Professor Gianluigi Bini: “complimenti agli autori di questa nuova scoperta, alcuni in forza al nostro polo museale”
Eccezionale scoperta scientifica targata “Malakos”. Sperduta nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico e distante 1600 chilometri dalle coste equatoriali dell’Africa e da quasi 1300 chilometri dall’Isola di Sant’Elena, l’Isola di Ascensione è uno dei piccoli paradisi che necessita ancora di essere studiata approfonditamente.
Le sue acque nascondono ancora un numero ancora imprecisato di piccole specie ancora sconosciute alla scienza. Una missione belga dell’estate 2021 ha permesso di raccogliere un impressionante quantità di sedimenti marini superficiali, campionati con una serie d’immersioni subacquee fra i 10 ed i 30 metri di profondità. Lo scrupoloso esame di questi preziosi materiali ha permesso agli specialisti d’individuare alcune conchiglie che, da subito, sono apparse come non accostabili a nessuna delle specie conosciute della famiglia alla quale appartengono.
Il lavoro prezioso sulla Famiglia Cerithiopsidae alla quale appartengono gli esemplari ritrovati ed in particolare quello che ha visto protagonisti il dottor, Andrea Nappo, specialista del settore in forza al Museo Malacologico Malakos, assieme al collega belga dottor, Frank Swinnen, dopo un attento confronto di tutte le specie conosciute per questo settore del Medio Atlantico equatoriale, ha confermato che avevano individuato ben quattro specie ancora sconosciute.
“Complimenti vivissimi agli autori di questa nuova scoperta che, fra l’altro, ha permesso di intitolare una delle nuove specie al malacologo empolese Attilio Pagli, altro esperto in forza del nostro museo cittadino Malakos, battezzandola Cerithiopsis paglii “, ha dichiarato con orgoglio e soddisfazione il Professor, Gianluigi Bini, 70 anni, biologo fiorentino trapiantato da oltre 20 anni a Città di Castello, fondatore nel 2005 di “Malakos”, a tutti gli effetti la collezione privata più grande d’Europa, con circa 600mila esemplari catalogati, affiancato dalla dottoressa Debora Nucci, Biologa, responsabile della direzione operativa del museo e di tutte le iniziative didattiche, e della dottoressa Beatrice Santucci (Naturalista e Biologa dell’Evoluzione) che da circa oltre un anno si occupa della ricerca.
L’assessore alla Cultura, Michela Botteghi nel commentare questa importante scoperta scientifica e i risultati successivi ottenuti da esperti mondiali della malacologia ha sottolineato come il museo “Malakos” “è ormai divenuto un centro di studio e ricerca capace di catalizzare l’attenzione ed interesse di studiosi, esperti, ed Università italiane e straniere con inevitabili ricadute positive per il territorio locale e regionale”.
Il polo scientifico, Museo Malacologico, “Malakos”, è aperto al pubblico dal martedì al venerdì: 10-12,30 e 15-17, il week-end e festivi fino alle 18. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e 1 gennaio. Info: 349.5823613 – 075.8552119. www.malakos.it, info@malakos.it, FB e IG: museo malakos.
Il Museo è su Google Arts and Culture ed è possibile fruire di foto ad alta risoluzione dei fotografi Anna Fabrizi ed Enrico Milanesi. Google Arts ad Culture: Museo malakos.