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Torna a Città di Castello il Festival delle Nazioni

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Torna a Città di Castello dal 26 agosto al 6 settembre 2024 il Festival delle Nazioni, storica quanto prestigiosa kermesse che quest’anno giunge alle sua cinquantasettesima edizione. L’omaggio sarà rivolto al Portogallo, per la prima volta presente al Festival.

La Repubblica portoghese si pone a conclusione di una precisa idea progettuale avviata tre anni fa dal Festival, ovvero la ricerca del rapporto, della fitta trama culturale che si intreccia tra Stati colonizzatori e colonizzati, con un continuo rimando – quasi effetto boomerang – tra ciò che si radica nel territorio e ciò che il territorio ‘invaso’ restituisce e irradia a lungo raggio.

Un doveroso omaggio sarà reso ai cinquant’anni della Rivoluzione dei Garofani, avvenuta il 25 aprile 1975. Questa svolta epocale per la Repubblica portoghese è stato uno dei principali motivi ispiratori delle scelte artistiche, considerando il forte impatto che l’avvenimento ha avuto sul tessuto politico, sociale e culturale del Paese.

«Il Portogallo – afferma Aldo Sisillo, direttore artistico del Festival – è stato il primo Paese europeo a conquistare alcune colonie al di là dell’Oceano e l’ultimo a perderle. È stato anche l’impero coloniale d’oltremare più longevo e tra i più vasti della storia: dall’Africa all’Asia, all’America meridionale. La sua storia coloniale è suddivisa in tre fasi principali: il Viceregno dell’India in Asia nel Cinquecento, il Brasile nel Sud America nel XVI secolo e l’influenza in Africa soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento fino alla crisi del 1974 e alla successiva decolonizzazione. La geografia del Portogallo, inoltre, ha avuto un ruolo chiave nella sua espansione coloniale. La necessità di cercare nuove rotte commerciali lo ha portato a essere un pioniere nelle esplorazioni e nello sviluppo della tecnologia di navigazione. Questa condizione ha avuto un impatto sulla musica portoghese che, alle sue radici europee, ha unito le interazioni culturali intercontinentali derivanti dai territori ‘scoperti’ e dalla successiva colonizzazione».

«Desidero innanzitutto ringraziare – dichiara Leonardo Salcerini, Presidente del Festival delle Nazioni – per tutto il lavoro svolto in questi anni così difficili, dove abbiamo dovuto far fronte alla pandemia, a tutte le conseguenze legate a questo capovolgimento epocale, riuscendo sempre a tenere salde e ferme le redini di un Festival storico come il nostro. Tre anni fa abbiamo dato il via a un progetto e quest’anno – con il Portogallo – lo portiamo a conclusione: la progettualità in un festival è di fondamentale importanza, come importante è mantenerne la promessa iniziale. E noi ci siamo riusciti nonostante le già citate difficoltà alle quali si sono aggiunte alcune più circostanziali quale, a esempio, la chiusura del Chiostro di San Domenico che ci ha portato a un severo decurtamento del numero di spettatori. Non solo. A conclusione dei quattro anni del mio mandato lascio un Festival con un pareggio di bilancio, dopo aver ereditato una situazione economico- finanziaria fortemente negativa e in sofferenza. Siamo riusciti, inoltre, a dare alla sede del Festival degli uffici nuovi, attrezzati, affinché si possa continuare a lavorare con il solito entusiasmo e impegno. Ancora grazie e invito tutti a visitare la nuova sede del Festival».

Il manifesto programmatico del Festival delle Nazioni si sviluppa lungo un percorso che attraversa latitudini e longitudini non solo geografiche, ma tocca i grandi periodi della storia della musica, della cultura e della storia sociale del Portogallo; un paesaggio disegnato lungo quattro secoli che dal Barocco arriva ai nostri giorni, dove si passeranno il testimone artisti di chiara fama, formazioni prestigiose e programmi dalle impaginazioni originali e variegate molti dei quali giungono per la prima volta in Italia o sono nuove produzioni del Festival stesso.

Saranno di scena, quindi, l’Americantiga Ensemble, formazione specialista nel repertorio barocco portoghese che giunge in Italia per la prima volta, il gruppo multietnico dal plurilinguismo musicale Ayom con SA.LI.VA musiche dell’Atlantico Nero, la celebre cantante Carminho con un concerto – in prima italiana – dal titolo Portuguesa dove interpreta e reinterpreta il Fado; Iaia Forte accompagnata dal canto di Cristina Renzetti e dai SonoraCorda Soloists sarà la voce narrante di As Três Maria spettacolo simbolo della protesta di tre scrittrici contro il regime dell’Estado Novo; e ancora si potranno ascoltare i pianisti Vasco Dantas con un programma dedicato prevalentemente a compositori di fado del XIX e XX secolo, e Alexander Gadjiev; Caterina Casini proporrà in prima assoluta il progetto Radio Renascença Trasmette Grândola, Vila Morena, per celebrare i cinquant’anni della Rivoluzione dei garofani, l’attore Enrico Paci con un omaggio – in prima assoluta – alla poetessa mozambicana Noémia de Sousa; le formazioni cameristiche come il Trio David, il Trio Sheliak, il Trio Hermes, il Quartetto Pegreffi, la Filarmonica Giacomo Puccini diretta da Nolito Bambini, la Ceque Philharmonie Pardubice diretta da Vahan Mardirossian che chiude la ricca programmazione del Festival delle Nazioni 2024.

Gli appuntamenti
Grande attenzione è sempre stata rivolta dal Festival agli artisti emergenti e l’inaugurazione del 26 agosto sarà con Alexander Gadjiev, giovane pianista di consolidata fama internazionale, secondo premio al Concorso Chopin di Varsavia. Gadjiev, goriziano, classe 1994, sarà interprete della letteratura pianistica del grande repertorio con pagine di van Beethoven, Chopin, Liszt, Corigliano, Skrjabin.

Martedì 27 si entra nel vivo della cultura portoghese con l’Americantiga Ensemble che con il Festival delle Nazioni fa il suo debutto in Italia. Fondato nel 1995 da Ricardo Bernardes, direttore e clavicembalista, l’Americantiga è una formazione specializzata in musica portoghese, brasiliana, ispano-americana e italiana del periodo tra il ‘700 e gli inizi del ‘900. I musicisti del gruppo suonano su strumenti d’epoca seguendo la prassi esecutiva della tradizione storica di appartenenza delle pagine di volta in volta interpretate. Il concerto del 27, che vedrà la presenza, inoltre, del soprano Luanda Siqueira e del contralto Rita Filipe, impagina musiche di Pedro Lopes Nogueira, Giovanni Antonio Bononcini, Domenico Scarlatti, Jose Forlivesi, José Maurício, Pedro António Avondano, José Totti, Marcos Portugal e autori anonimi portoghesi del XVII e XVIII secolo.

Radio Renascença Trasmette Grândola, Vila Morena è il titolo dello spettacolo del 28 agosto dedicato ai cinquanta anni della Rivoluzione dei Garofani, evento storico che portò il Portogallo alla fine della dittatura di Marcello Caetano, all’indipendenza dell’Angola, del Mozambico e della Guinea-Bissau. Il 25 aprile del 1974 alcuni ufficiali progressisti riuniti nel Movimento das Forças Armadas distribuirono garofani alla popolazione e ai soldati, in segno di non violenza, e a maggio de Spìnola fu proclamato Presidente della Repubblica del Portogallo. Questo momento epocale sarà raccontato dalla voce recitante di Caterina Casini, accompagnata dalle musiche originali di Antonio Giacometti commissionate dal Festival. Coproduzione Festival delle Nazioni e Associazione Culturale Laboratori Permanenti in collaborazione con Arquivo dos Diários di Lisbona.

Non poteva mancare un doveroso omaggio a Giacomo Puccini a cento anni dalla sua scomparsa. Infatti il 28 agosto si esibiranno i Giovani interpreti della Fondazione Luciano Pavarotti, organizzazione che non solo promuove iniziative che mantengano vivo il ricordo del grande tenore, ma ha la finalità di sostenere i giovani cantanti.

Giovedì 29 agosto il Festival si sposta sulle dolci pendici collinari di Monte Santa Maria Tiberina (ore 18.00) per accogliere il Trio David gruppo tra i finalisti del Concorso Alberto Burri 2023 (Gloria Santarelli violino, Chiara Mazzocchi viola, Tommaso Castellano violoncello). Alle pagine di Beethoven e Schubert seguirà il Trio per archi W460 di Villa-Lobos compositore tra i più prolifici e importanti della musica classica brasiliana che realizzò una perfetta e colta fusione tra i canoni stilistici classici e la musica del folklore del Brasile.

Sempre il 29 alle ore 21.00, il Festival sarà ospite del borgo medievale di Montone, con un’altra formazione cameristica, ovvero il Trio Sheliak, vincitore dello scorso Concorso Burri. Non solo: questo riconoscimento gli è valso la vittoria del prestigioso premio “Piero Farulli” nell’ambito del Premio Abbiati 2024. Questo a conferma che il Concorso Burri non solo è un importante trampolino di lancio, ma soprattutto promuove giovani promesse che ben presto diventano ‘certezze’, interpreti dalle sicure qualità artistiche.

Formato da Emanuele Brilli violino, Matilde Michelozzi violoncello, Sergio Costa pianoforte, il giovane gruppo accosterà alle composizioni di Beethoven e Martinů il Trio di Luís de Freitas Branco musicista portoghese di primo piano, attivo a cavallo tra fine ‘800 e metà del ‘900, cui si deve una grande produzione musicale tra lavori sacri, sinfonici e da camera.

Un racconto musicale sarà Il Tempo Che Ci Va, Ci Vuole in scena il 30 agosto, ispirato a favole e racconti della tradizione popolare portoghese, su musiche originali – commissionate dal Festival delle Nazioni – di Michele Mandrelli, uno dei compositori più interessanti del panorama italiano che fonda il proprio segno artistico su tecniche innovative applicate in particolare all’elettronica. Uno spettacolo dedicato alle famiglie, ma dalle valenze autoriali e teatrali pluridisciplinari. Infatti nel tessuto compositivo musicale si innesta anche la tecnica di riscrittura del racconto, la narrazione che nello spettacolo avviene a opera di Damiano Zigrino e Silvia Fancelli della Compagnia Politheater, autori, inoltre, dell’impianto scenico e costruttori dei pupi-personaggi.

Il 31 agosto l’attore Enrico Paci nello spettacolo Poesia dell’infanzia lontana renderà omaggio a Noémia de Sousa, poetessa mozambicana vissuta nel ‘900 sino al 2003, che, con le sue liriche, ha cantato il mondo africano legato al magico momento infantile. A accompagnare il percorso poetico tracciato dalla voce narrante di Paci, saranno le musiche – nell’interpretazione dell’Ensemble Suono Giallo – di compositori esclusivamente portoghesi: Luís Neto da Costa (commissione del Festival e eseguite in prima assoluta) autore particolarmente interessato alla ricerca di nuove sonorità e all’ampliamento di un vocabolario strumentale da applicare alla musica elettronica, Antonio Pinho Vargas e Luis Tinoco, compositori tra i più eseguiti e apprezzati dalle maggiori orchestre e istituzioni internazionali. Produzione Festival delle Nazioni in collaborazione con CaLibro Africa Festival.

Si torna alla musica da camera il 1° settembre con il Trio Hermes, formazione tutta al femminile, composto da Ginevra Bassetti al violino, Francesca Giglio alla viola e Marianna Pulsoni al pianoforte. Al grande repertorio classico-romantico cameristico di Haydn, Schumann e Smetana si affianca Claudio Carneyro, autore assai fervido attivo nella prima metà del ‘900.

Fados, Folias e outras Danças Portuguesas è il brioso titolo del concerto (lunedì 2 settembre) di Vasco Dantas, giovane e brillante pianista portoghese, ormai applaudito dalle platee internazionali. Dantas farà una incursione nella rivisitazione moderna del Fado, operata a cavallo tra il XIX e XX secolo, quando la stessa musica portoghese subì un significativo cambiamento. Il pianista metterà in risalto le sue doti interpretative e tecniche con la esecuzione di pagine di Alexandre Rey Colaço, Óscar da Silva, Eduardo Burnay, José Vianna Da Motta, per concludere il concerto con le Variazioni su un tema di Corelli di Sergej Rachmaninov.

Ancora tutta al femminile la formazione del Quartetto Pegreffi (violini Emma Parmigiani e Inesa Baltatescu, Maria Giulia Tesini viola, Lorenza Baldo violoncello) che a Umbertide il 3 settembre saranno le interpreti del Quarteto de Cordas di Luís de Freitas Branco accanto ai Tre pezzi per quartetto d’archi di Igor Stravinskij e al Quartetto per archi in fa maggiore di Maurice Ravel.

SA.grado, LI.berdade, VA.lentia: SA.LI.VA è il titolo/acronimo del nuovo progetto che i musicisti di AYOM presenteranno il 3 settembre al Festival delle Nazioni. Sacralità, libertà coraggio, sono i tre valori che il gruppo multietnico, dai linguaggi musicali e estetici orientati in diverse direzioni culturali rispettandone l’appartenenza, esprime nella propria poetica. E’ quasi impossibile racchiudere in un genere la musica di questi artisti che provengono dal Brasile, dall’Angola, dalla Grecia, perché sul substrato culturale di ognuno di loro si innestano influenze diverse che poi si fondono in un unico originalissimo percorso creativo. Nel concerto di Città di Castello AYOM, guidato dalla sua leader Jabu Morales, compositrice, cantante, percussionista, batteranno il ritmo delle loro creazioni sui tamburi africani e sudamericani, cui faranno da controcanto la fisarmonica, la chitarra e il basso. In scena Morales sarà accompagnata da Alberto Becucci, Timoteo Grignani, Walter Martinis, Ricardo Quinteira e Francesco Valente.

Aveva solo dodici anni quando Carminho fa il suo debutto in pubblico come cantate. Figlia d’arte, della famosa cantante di Fado Teresa Siqueira, Carminho diventa ben presto punta di diamante della scena musicale portoghese. Il 4 settembre la straordinaria artista approderà al Festival delle Nazioni per presentare in prima nazionale il suo nuovo concerto dal titolo Portuguesa. Nota al grande pubblico, ha ricevuto tra gli altri un Golden Globe, collabora con Caetano Veloso ed è stata scelta da Yorgos Lanthimos per interpretare una cantante di fado nel film “Poor Things”. Ha duettato con Chris Martin nel concerto dei Coldplay allo Stadio di Coimbra e si è esibita per il Papa durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona. In Portuguesa Carminho sarà interprete del suo repertorio di elezione, il Fado, genere che ha reinterpretato con sapienza e gusto colto, rispettandone gli stilemi classici e tradizionali, ma infondedovi uno stile personalissimo e unico. Con lei in palcoscenico André Dias alla chitarra portoghese, Flávio César Cardoso alla chitarra acustica, Tiago Maia al basso acustico, Pedro Geraldes lap steel guitar e chitarra elettrica.

Maria Isabel Barreno, Maria Teresa Horta e Maria Velho da Costa sono le tre autrici delle Novas cartas portuguesas manifesto di aperta denuncia nei confronti dell’Estado Novo che è costata loro un processo da parte del regime felicemente conclusosi con la Rivoluzione dei Garofani cui seguì un appassionato sostegno da grande parte dell’intellighentia internazionale.

Alle As Três Maria è dedicato lo spettacolo che vedrà protagonista Iaia Forte impegnata nella lettura – il 5 settembre – delle Novas cartas portuguesas insieme con altri testi poetici, nell’adattamento teatrale a cura di Lucia La Gatta. Con l’attrice napoletana salirà in scena la cantante Cristina Renzetti e i SonoraCorda Soloists (violino, oud, bandoneon, chitarre violoncello e contrabbasso), interpreti di brani della musica portoghese antica e moderna, arrangiati da Valentino Corvino.

Come da tradizione il Festival cala il sipario con un grande concerto sinfonico. Venerdì 6 settembre la Chiesa di San Domenico ospiterà la Ceque Philharmonic Pardubice. Sul podio salirà Vahan Mardirossian, direttore e pianista armeno dalla consolidata carriera internazionale, alla testa delle maggiori orchestre mondiali. Il programma, per alcuni versi declinato in portoghese traccia un ponte ideale con quello che accadeva nell’Europa di fine ‘800 dove molto attive erano le Scuole Nazionali. Saranno così accostate le partiture di Antonín Dvořák (di cui saranno eseguite tra gli altri Mazurek op. 49 con Marketa Cepicka violino solista) e Leoš Janáček, con quelle di uno tra i maggiori musicisti portoghesi, Heitor Villa-Lobos e di Luís de Freitas Branco.

Di Villa-Lobos la Ceque Philharmonic Pardubice interepterà la Bachianas Brasileiras n. 9 l’ultima delle suite composte dall’autore tra il 1930 e il 1945. Qui Villa-Lobos vuole onorare la figura di Johann Sebastian Bach, fondendo lo stile barocco e la tecnica contrappuntistica, con la tradizione musicale brasiliana.

Il Festival, le giovani promesse e il territorio
Anche in questa edizione il Festival delle Nazioni dedica grande attenzione ai giovani talenti valorizzandoli e promuovendoli con un programma di attività che possano mettere sotto i riflettori il loro lavoro. E in questa ottica, nel 2024 infatti si svolgerà la VII edizione del Concorso Nazione Alberto Burri per gruppi giovanili di Musica da camera rivolto alle giovani formazioni cameristiche al di sotto dei 35 anni. Dopo una prova di selezione, il 27 agosto il concerto finale pubblico decreterà il gruppo vincitore che sarà inserito nella programmazione del Festival dell’anno successivo. All’alta formazione musicale sarà dedicato il Corso di musica da camera del M° Pierpaolo Maurizzi, a Città di Castello dal 2 al 9 settembre.

Il Festival intende sempre mantenere saldo il rapporto con il territorio, dando spazio a iniziative delle principali associazioni culturali cittadine, quale ad esempio le collaborazioni con la Filarmonica Giacomo Puccini, diretta dal M° Nolito Bambini e con le scuole del territorio, attraverso l’attuazione del progetto “Itinerari didattici musicali”, rivolto ai giovani musicisti della Scuola Comunale di Musica G. Puccini di Città di Castello insieme agli insegnanti della stessa istituzione scolastica. Quest’anno, infatti, il 1° settembre la Filarmonica Giacomo Puccini, diretta sempre da Bambini, sarà la protagonista de Il Giro del mondo in ottanta giorni, tratto da Jules Verne su musiche di Angelo Sormani.

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