Chi può parlare di un determinato argomento? Solo gli esperti? E quali categorie di esperti? Per fare un esempio locale: di Ceri chi ne può parlare? Le femmine pare di no. I maschi, sì ma dipende: lo hanno preso il Cero? Per qualcuno sembra che di Chiesa ne possano parlare solo i teologi. Anzi, no: ne possono parlare solo certi teologi, quelli che la pensano in un determinato modo.
“Parlo mai di astrofisica, io!?”. Esclama Nanni Moretti in “Sogni d’oro”. Perché, dice, nessuno dovrebbe parlare di cose che non conosce. In quel caso, il tema è il cinema. Ma il cinema è di chi lo fa o di chi lo guarda?
Allora, chiedo: la fede e la Chiesa sono di preti, vescovi, teologi e studiosi o sono di tutti, anche dei fedeli?
Ieri Media Video News ha scelto di pubblicare la lettera di un cittadino che si è sentito colpito dalle parole che il consigliere comunale Luigi Girlanda ha scritto sulla Chiesa e su Papa Francesco e affidato a un giornale locale.
Abbiamo deciso di farlo perché abbiamo ascoltato parole di perplessità da molti concittadini, soprattutto quelli credenti, che si sono sentiti turbati nella propria sensibilità.
Il prof. Girlanda, in un nuovo pezzo pubblicato su VivoGubbio proprio ieri (clicca qui per leggerlo), torna sul tema e parla di una Chiesa che non dovrebbe occuparsi di consensi e di piacere a tutti ma solo di salvare le anime, rintracciando in Papa Francesco (o Jorge Mario Bergoglio, come fa ben attenzione a chiamarlo lui) un elemento negativo. Sembra un po’ un dire che la verità di cui lui si fa promotore fa male, ma quella è.
“C’è qualcosa di profondamente comico – se non fosse tragico – nel leggere e ascoltare certi commenti che, in occasione della morte di Jorge Mario Bergoglio, si affannano a spiegare al mondo cosa dovrebbero pensare i cattolici“, scrive Girlanda e in reatà non si capisce se stia parlando di sé stesso. Anzi, no, è vero: non può parlare di sé, lui è già da un po’ che si affanna a spiegarci cosa dovrebbero pensare i cattolici.
Ma è possibile che solo Luigi Girlanda detenga la Verità, anche bollando come “atei e marxisti” coloro che osano muovergli una critica o che non sentono quel che sente lui? È possibile che solo lui sia l’interprete giusto di questi tempi, sicuramente difficili, che la Chiesa sta attraversando?
Il prof. Girlanda è uno studioso e lo rimarca anche nella lettera di risposta a Carlo Salciarini (clicca qui per leggerla). Come lui, però, tanti altri sono gli studiosi che, invece, per Bergoglio spendono parole positive. Lo stesso vale per tanti uomini di Chiesa.
Questo è quel che alcuni concittadini eugubini ci hanno segnalato. Questo è quel che più di una volta li ha lasciati interdetti e sgradevolmente colpiti. Non tanto l’analisi di un teologo, che può certamente essere negativa nei confronti di qualsiasi cosa e di chiunque, quanto la pretesa che la sua visione sia l’unica valida e che questa venga esposta con un giudicante dito puntato.
È per questo che abbiamo pensato di pubblicare ieri le parole di Salciarini, che, seppur dure, hanno dato voce a un senso di indignazione più diffuso di quel che forse il consigliere Girlanda riesce a percepire.
O magari non gli interessa percepirlo? In fondo, ce lo ha detto: per lui hanno diritto di parola esperti e studiosi. Il popolo, forse, non gli interessa. D’altronde, alcuni non se ne fanno nulla del gregge di pecore se non segue proprio lui.