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Cemento nei cunicoli su Corso Garibaldi: la pietra tombale su nuovi studi sul territorio, importanti per storia e geologia

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Cavità in cima e in fondo al Corso, forse entrambe classici cunicoli che caratterizzano il centro storico. Abbiamo intervistato il presidente del gruppo speleologico CAI di Gubbio “Buio Verticale”: “Tapparli con il cemento sarebbe un errore, potrebbero rappresentare una testimonianza storica”.

Proseguono alacremente i lavori di riempimento della cavità che si è aperta lo scorso mese di ottobre nella parte alta di Corso Garibaldi e che ha portato alla “luce” un lungo cunicolo artificiale, probabilmente una neviera, non più conosciuto in epoca recente. I tecnici del comune di Gubbio e Umbra Acque, che stanno portando avanti i lavori, hanno deciso di colmarlo completamente con una colata di alcune centinaia di metri cubi di calcestruzzo. Nei mesi scorsi il Gruppo speleologico CAI di Gubbio “Buio verticale” ha più volte chiesto la possibilità di poter eseguire un rilievo 3D della cavità con tecniche digitali, ma questa possibilità è stata negata e ora questa colata di calcestruzzo mette una pietra tombale su questo cunicolo, impedendone lo studio.

«Noi abbiamo informalmente dato la nostra disponibilità ad esplorare questa cavità – ci ha detto Mirko Berardi, presidente del gruppo speleo “Buio verticale – prima a Umbra Acque e successivamente al Comune di Gubbio, ma non siamo stati ricontattati. Credo che purtroppo trattandosi di un’area di cantiere l’accesso non sia consentito se non in presenza di determinati requisiti di legge. Quando si parla di cantieri la normativa in materia di sicurezza è molto stringente e nessuno credo – dice Berardi – si sia voluto prendere la responsabilità. Da quello che ho saputo, sarebbe intervenuta un’azienda di Perugia specializzata in lavori in spazi confinati per verificare che si potesse accedere alla cavità senza rischi (presenza di gas, crolli, etc.). Però non sappiamo se sia stato fatto un rilievo topografico o delle valutazioni archeologiche. Vedendo i video che sono girati in rete sembra trattarsi di un tipico cunicolo con una o più salette scavate artificialmente (come è frequente trovare nel centro storico di Gubbio) e non dell’azione dell’acqua dovuta ad una perdita. Quali siano state le cause per cui si è aperto un buco che ha dato accesso a questi cunicoli con lo so (se sia stata la perdita d’acqua o gli scavi per ripristinare l’acquedotto), fatto sta che sembra evidente dalla forma e dalla complessità che queste cavità esistevano già prima dei lavori. Certo se decidessero di tapparle con il cemento sarebbe un peccato, anche perché probabilmente potrebbero essere collegate ad altri cunicoli o comunque rappresentare una testimonianza storica. Ma questo spero lo abbiano valutato».

Può sembrare un esercizio sterile quello di mappare il più possibile il sottosuolo del centro storico eugubino e in particolare di tutta la zona est (quella interessata contemporaneamente dal conoide di deiezione del fosso Cavarello e dal detrito di falda del monte Ingino), ma così non è. «Tra gli aspetti del sottosuolo di Gubbio che più direttamente interagiscono con gli edifici, le cavità sono forse quelle che suscitano più problemi e preoccupazioni sotto il profilo sismico». Così si legge in “Conoscere il rischio sismico: ricerche promosse dalla Regione Umbria nel Comune di Gubbio”, pubblicazione del 1990 curata dal Politecnico di Milano e dalle Università di Firenze e Genova.

«L’esistenza quasi di una seconda città al di sotto del centro storico, per la presenza di cisterne, pozzi, grotte artificiali, gallerie, cunicoli, etc., è stata ampiamente dimostrata sia in ricerche specifiche (Municipio di Gubbio, 1901; Pauselli, 1976), sia attraverso l’osservazione di aperture, voragini e crolli recenti (Menichetti, 1986)», così prosegue a pag. 191 la pubblicazione sopra ricordata.

Ma potrebbe non essere finita qui: nella stessa zona dell’avvallamento della pavimentazione di Corso Garibaldi verificatosi alcuni giorni fa a pochi metri dall’incrocio con via della Repubblica, si apre un altro cunicolo, che parte dal civico 6 e attraversa con una specie di “esse” tutta la via. Questa cavità venne rilevata da Walter Pauselli nel suo prezioso lavoro “Gubbio sotterranea”, pubblicato nel 1976 con l’Istituto Geografico Militare. Il cunicolo in questione è indicato dalla lettera C nella mappa riportata in copertina e che pubblichiamo a corredo di questo articolo.

Si ringrazia per la collaborazione Ettore A. Sannipoli.

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