Poco più di un anno dopo il clamoroso furto dell’opera dipinta dallo Pseudo Pier Francesco Fiorentino tornata a Gubbio lo scorso mese di dicembre, vennero sottratte due statue lignee dalla chiesa abbaziale di San Bartolomeo di Camporeggiano. Il furto avvenne nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre 1980.
Due giorni dopo la notizia venne riportata anche dal Corriere della Sera che scrisse: “Si tratta di due sculture in legno risalenti alla fine del XVI secolo raffiguranti Maria Santissima Annunziata e l’Angelo annunciatore. Il loro valore supera i cento milioni”.
Poco più avanti sappiamo dallo stesso articolo anche particolari del furto che venne portato a termine forzando una finestra: “Le due statue, alte oltre un metro erano fissate all’altare maggiore con viti e dadi. Erano state risistemate nel loro alloggio dopo alcuni lavori di restauro dell’intera chiesa; in quell’occasione il parroco don Romano Bambini, aveva sistemato le due preziose statue rara opera d’arte umbra, uniche per soggetto e raffinatezza, ben chiuse in canonica”. Nello stesso articolo viene riportato un’interessante particolare delle indagini in corso da parte dei carabinieri: “è infatti convinzione degli inquirenti che nella zona di Gubbio ci sia qualche basista che organizzi furti su commissione”.
Qualche anno più tardi vennero sottratte dalla chiesa di Biscina due tele cinque-seicentesche raffiguranti il “Martirio di san Lorenzo” di Pierangelo Basili e la “Decollazione del Battista” di Francesco Allegrini. Le due opere erano state spostate a Biscina dalla chiesa di Bellugello danneggiata dal terremoto del 1984.
Altro furto dalla chiesa parrocchiale di Scheggia: bottino due tavolette del ‘500 raffiguranti la Crocifissione e la Resurrezione di Cristo.
Un altro furto che vogliamo ricordare fu clamoroso quanto quello della Madonna del Melograno, per la modalità e per la preziosità delle opere rubate. Avvenne nel tardo pomeriggio del 13 aprile 1990, Venerdì Santo.
Durante lo svolgimento della Processione del Cristo Morto i ladri entrarono in azione nel museo diocesano, approfittando del grande afflusso di persone nella parte bassa della città. Indisturbati penetrarono nel museo e sottrassero un rarissimo crocifisso in avorio del ‘500 e tre scene laterali del prezioso piviale di Papa Marcello II.
Anche questa notizia trovò spazio sulle colonne del Corriere della Sera del 15 aprile 1990: “È un mantello lavorato in lamina d’oro, con ricami policromi in seta: al centro è raffigurata l’ultima cena e nelle due fasce laterali alcune scene della passione, crocifissione di Cristo”. La parte sottratta era costituita da tre scene che vennero accuratamente ritagliate. È lecito pensare che anche in questo caso il furto fu eseguito su commissione.
Da ultimo va ricordato il furto di una tela di Benedetto Nucci rubata dalla chiesa di Loreto negli anni Settanta.
La speranza, a essere sinceri molto flebile, è che un giorno anche queste opere possano tornare in possesso della città.