Google è un gran saputello. Il colosso californiano ha pubblicato i risultati del report “Un anno di ricerche” svelandoci cosa hanno cercato di più sul web gli italiani nel 2024. Il resoconto è organizzato per categorie e fra sport, film e “cosa significa…?” troviamo anche “cosa fare a…?” che mostra la città di Gubbio al secondo posto fra le località più ricercate.
In prima posizione troviamo Durazzo, alla quarta Shangai ma per la città di pietra, come per Spoleto (6° posizione), Marrakech (8°) e Santorini (10°), balza all’occhio una specifica inserita dagli utenti. Sì, perché i nostri connazionali hanno chiesto all’onnisciente motore di ricerca cosa fare a Gubbio… in un giorno.
Ebbene sì, torna ad aleggiare sopra ai merli del Palazzo dei Consoli lo spettro del turista mordi-e-fuggi, che prima si fa un selfie in piazza San Giovanni e poi, dopo qualche impervia salita, inizia a sognare il letto dell’hotel nel quale alloggia, che probabilmente si trova ad Assisi. Però neanche Google ci spiega come mai alla più bella città medievale venga concesso un solo giorno di tempo, che poi non corrisponde davvero a 24h ma si traduce in una permanenza che quasi sicuramente non supera le sei o sette ore.
È avvilente? Forse, un po’. Peggio, però, è leggere online gli itinerari proposti da giornali e influencer. A voler essere ragionevoli, a Gubbio in un giorno si potrebbe fare parecchio. Non tutto e non in modo approfondito, è chiaro, ma è possibile riprendere la strada del ritorno con un bel bottino di esperienze: la visita a un paio di musei, una passeggiata per i vicoli, una a Parco Ranghiasci, qualche tappa nelle chiese cittadine. Tuttavia, i suggerimenti che più frequentemente un visitatore trova online sono molto diversi: l’aperitivo nel posto più fotogenico, il panorama dalla funivia, i tre giri attorno alla Fontana del Bargello, la tagliatella al tartufo. Dovrebbe esserci spazio per tutto ma la nostra è la contemporaneità della fretta e dei piaceri che devono necessariamente essere facili e immediati. Puntiamo tutto sulla quantità, a discapito della qualità: così come accumuliamo cose, spesso inutili, vogliamo piazzare quante più bandierine possibili sul nostro mappamondo personale e poter dire “ok, li ci sono stato anche io”.
Un’altra cosa che al turista piace molto è la sensazionalità e quando non la trova ci rimane male. È accaduto alla signora che poco più di una settimana fa ha scritto online una recensione al vetriolo indirizzata all’Albero di natale più grande del mondo. La signora deve aver visto online una serie di belle immagini della Gubbio natalizia e così suggestionata è partita alla volta della città di pietra credendo di approdare in una sorta di Rovaniemi nostrana. Però era novembre, l’Albero era ancora spento, Babbo Natale forse si stava ancora rilassando al Don Navarro davanti a una birretta e i mercatini di piazza 40 martiri in forma ridotta non sono stati sufficienti a soddisfare la turista avida di atmosfera natalizia. Infatti, la signora si lamenta di aver dovuto fare ben 4 ore di macchina per vedere… Niente! Niente. A Gubbio, per la signora, non c’era niente che fosse degno di nota. Colpisce questa parte della recensione: “anche la città di Gubbio vicino ai mercatini era priva di decorazioni natalizie”. La città di Gubbio, vicino ai mercatini. Ma l’accessorio è Gubbio o sono le casette di legno in piazza 40 martiri?
Insomma, con buona pace di tutti quelli che “a Gubbio serve un turismo alto!”, attualmente questa è la situazione. Occorre rimediare? Sì. Speriamo, però, che la soluzione non sia quella di dover accendere l’Albero il giorno dopo Ferragosto, come ormai hanno iniziato a fare i fan più sfegatati del natale.