Le sette lastre non sono incise col bulino come si era sempre creduto, ma una ventina di anni fa si è capito con esami scientifici che ognuna di esse venne fusa con il sistema della cera persa.
Questa iscrizione che si sta cercando di leggere, non fa parte del testo originario ma venne probabilmente aggiunta in un periodo successivo alla fusione. In questi giorni la Tavola II viene analizzata attentamente da un pool di ricercatori della stessa Università di Perugia e del CNR con il Molab, un laboratorio mobile ideato per analizzare le opere d’arte con tecniche non invasive.
“Siamo già stati qui nel giugno scorso – dice il professor Aldo Romani, docente di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali dell’Università di Perugia – con una delle strumentazioni del nostro laboratorio mobile e siamo riusciti a far emergere parte di questa scritta. Ora siamo di nuovo a Palazzo dei Consoli con un’altra apparecchiatura che utilizza sempre la luce per illuminare gli oggetti e ottenere le informazioni. La scorsa estate abbiamo utilizzato la luce visibile, oggi stiamo usando la luce infrarossa per fare riemergere in maniera completa l’iscrizione”.
Il Molab, Laboratorio Mobile, è uno strumento scientifico avanzato capace di andare dove l’opera d’arte è conservata e permette di realizzare misure del tutto non invasive e senza prelevare campioni. “Il laboratorio nasce nel 2001 da un’intuizione dell’Università di Perugia e del CNR”, ci racconta la dottoressa Laura Cartechini. “Negli anni è cresciuto con tecnologie sempre più avanzate – prosegue la ricercatrice del CNR – e opera oggi a livello nazionale ed europeo come piattaforma di accesso ai ricercatori del campo delle scienze del nostro patrimonio, nell’ambito dell’infrastruttura europea per l’Heritage Science”.
Nei prossimi mesi, terminata l’operazione di “lettura” di questa iscrizione, forse sarà possibile riuscire a capirne il contenuto e a ipotizzare quando possa essere stata aggiunta. “Le Tavole costituiscono per la città di Gubbio un patrimonio identitario – dice Roberto Borsellini, direttore del Museo Civico Palazzo dei Consoli – tanto che il Comune di Gubbio e il Museo Civico ne sono proprietari dal 25 agosto 1456. Questa data è fondamentale non solo per Gubbio ma anche per la storia del collezionismo e dell’antichità ed è una delle prime attestazioni di interesse pubblico per un bene culturale. Le Tavole sono un documento fondamentale per la storia degli studi dell’antichità italica”. In un futuro che si spera prossimo, le Tavole saranno l’attrazione principale del Museo degli Antichi Umbri che avrà sede nei locali dell’ex Archivio di Stato e sotto piazza Grande.