“Una natura straordinaria. Quella natura che ancora oggi si può trovare in Umbria. Sarebbe bello se qualcuno volesse tornare sulle orme di Roiter e capire come sono cambiati quei paesaggi. Io credo che avrebbe la sorpresa di trovarli non così diversi da com’erano settant’anni fa.”
Il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Costantino D’Orazio, intervistato da Media Video all’inizio dell’estate, lancia un guanto di sfida che era stato già acciuffato, ancora prima che toccasse terra.
La natura alla quale accenna il Direttore del museo perugino è quella ritratta da Fulvio Roiter nel 1954. Il fotografo veneziano venne chiamato della casa editrice svizzera Guilde du Livre a realizzare una campagna fotografica per illustrare i Fioretti di San Francesco. È pieno inverno e Roiter, dopo aver avuto notizia di una nevicata eccezionale in Umbria, parte alla volta del cuore verde (e bianco, in questo caso) d’Italia.
Fulvio Roiter passa da Assisi, da Norcia, da Spello e, tra le altre, anche da Gubbio. Dei 27 scatti ospitati dalla “Camera oscura”, lo spazio espositivo dedicato alla fotografia all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, molti ritraggono proprio la città di pietra.
Alla Galleria Nazionale dell’Umbria è stata infatti allestita lo scorso maggio la mostra “Fulvio Roiter. Umbria, una storia d’amore”, a cura di Alessandra Mauro. In “Camera oscura” è esposto parte del materiale fotografico che compone il volume “Ombrie terre de Saint François” (1955), risultato della campagna fotografica di Roiter, ed è possibile ammirare il resto degli scatti attraverso un video che propone a rotazione tutte le immagini contenute nel libro.
Se per un paio fra gli scorci eugubini ritratti in bianco e nero da Roiter è semplice intuire dove si trovi il set, per altri individuare la zona ritratta è una sfida. Una sfida irresistibile.
Una finestra del vicolo del Fondaccio ritratta da Piazza S. Giovanni, con la inconfondibile balaustra. Chi sarà la bambina o il bambino?
Il valico di Madonna della Cima, riconoscibile anche dalla piccola edicola. Roiter la identifica nella didascalia come “strada verso Scheggia”.
Non è stato immediato individuare questa piccola edicola, anche perché è cambiata molte volte nel corso degli ultimi decenni, come dimostra anche l’immagine del 1982 tratta da “Gubbio”, prezioso volume fotografico di Paola Ciuferri, Giuseppe Panichi, Oscar Piattella ed Enrico Viola. La chiave è stata l’incontro fortunato con Ettore A. Sannipoli proprio quando, aggirandoci dalle parti di S. Martino guidati più dal sesto senso che da elementi concreti, stavamo per gettare la spugna. Uno sguardo alla foto originale di Roiter e, subito: “Venite con me!”. L’edicola si trova all’estremità di via del Fiume, proprio sotto al ponte di accesso a Parco Ranghiasci.
Il secondo incontro fortunato è stato quello con Marco Fanucci. Anche a lui è bastato soltanto uno sguardo e ci ha subito accompagnati in via Beni. Il bambino o la bambina nella cesta, invece, chi sarà?
Ancora via del Fiume, con l’inquadratura rivolta verso via dei Consoli. L’anziana, che tiene al guinzaglio una gallina, è seduta accanto alle macerie della palazzina colpita dieci anni prima da una bomba d’aereo.
Roiter ritrae il piccolo sentiero che correva lungo il fianco del Monte Foce, immortalato percorrendo la ex statale eugubina lungo la gola del Bottaccione in direzione Scheggia. Oggi, guardando alla propria sinistra, è molto più difficile trovare zone che non siano quasi completamente oscurate alla vista dalla vegetazione.
Qualche metro prima, Roiter deve aver notato queste donne intente a lavare i panni appena sopra alla piccola cascata di S. Croce della Foce. Anche in questo caso, la vegetazione oggi impedisce la stessa prospettiva, che abbiamo infatti potuto realizzare soltanto grazie all’uso di un drone.
Ancora alcuni metri prima: due suore sedute nell’orto del sanatorio di S. Illuminata, osservando le mura nel tratto di via del Fosso (oggi via Bonarelli). E’ possibile distinguere fra le fronde dell’ulivo il campanile di S. Domenico, che ci dà l’idea dell’esatta prospettiva dello scatto, anch’essa al momento non replicabile, se non con un drone, per l’inaccessibilità dell’ex sanatorio, abbandonato e colonizzato dalla vegetazione.
Fulvio Roiter ha realizzato altri scatti nella città di pietra, impressionando la pellicola con campagne che hanno oggi lasciato il posto al cemento. Alcune delle fotografie recano la didascalia “mercato di Gubbio”.
E ancora volti ormai persi nel tempo.
Vi invitiamo a perdervi passeggiando per un itinerario cittadino sulle tracce di Fulvio Roiter, immaginando di guardarvi intorno con la stessa attenzione di un uomo venuto da lontano a cogliere i misteri di una terra che del suo passato ha saputo portare e conservare molto anche nel presente. Vi lanciamo poi una sfida: sapreste dire, l’uomo ritratto nella fotografia qua sotto, quale via stia percorrendo?
Sveleremo la soluzione nei prossimi giorni. Buon divertimento!