Il dibattito, spesso da bar, sul turismo è ormai da tempo veramente stucchevole. Soprattutto perché utilizzato a soli scopi politici e inutilmente polemici. Per giunta è affidato al dato nudo e crudo degli arrivi e delle presenze, per molti aspetti non preciso e ovviamente incompleto. Per vari motivi.
Il principale è che, parlando terra terra, i soldi non li portano soltanto i turisti che in un posto ci dormono. Provate a chiedere a chi è passato per Gubbio soltanto poche ore con una famiglia di quattro persone (due adulti e due figli con più di 10 anni) magari entrando in pinacoteca, facendo un giro in trenino, pranzando e andando in funivia, entrando in uno dei musei cittadini e acquistando un oggetto ricordo in un negozio di souvenir. Molto probabile che ci abbia lasciato almeno 150 euro in poche ore.
I dati degli arrivi e presenze nelle strutture alberghiere ed extralberghiere vengono selezionati per comprensori, ovvero territori con dimensioni, popolazione e caratteristiche molto diverse tra loro di cui bisognerebbe tenere ben conto. Gubbio ad esempio, non può contare su altri centri molto forti turisticamente come per esempio Foligno che ha nel suo territorio Spello, Montefalco, Trevi e Bevagna; oppure Spoleto che ha le fonti del Clitunno ed è a due passi dalla Valnerina e dalle cascata delle Marmore; Città di Castello che ha un comprensorio vastissimo nel quale ricadono Montone, Pietralunga e Umbertide e ha un lungo tratto di confine con la Toscana; Terni che può contare sull’apporto di centri come Narni e Sangemini, oltre che su una famosa attrazione come la cascata delle Marmore; oppure il Trasimeno anch’esso vastissimo e fatto di tanti comuni, tutti con numerose attività ricettive. Senza tenere bene in conto che Foligno è a 15’ da Assisi e da Spoleto, Perugia a 15’ da Assisi e dal lago Trasimeno, quest’ultimo è a 15’ da Perugia e da Cortona, Orvieto è sulla direttissima (sia autostradale che dell’alta velocità) Roma-Firenze e a poco più di un’ora dalle due città.
Cascia che può contare su un forte impulso dato dal turismo religioso e che proprio per questo è il centro umbro col più alto indice di pressione turistica (ovvero il rapporto tra popolazione residente e presenze). I numeri del comprensorio eugubino provengono quasi interamente da Gubbio: nessuno degli altri comuni che lo compongono compare nei primi venti posti della tabella.
Molto interessante tra gli altri dati dello studio del movimento turistico in Umbria nel 2023, pubblicato lo scorso mese di maggio dalla CNA, la tabella dei comuni turistici, ovvero quella che isola i dati comune per comune. Gubbio è al sesto posto dopo Assisi e Perugia che insieme fanno il 37% del turismo della regione, seguite poi da Terni, Orvieto e Spoleto. Da notare che le località comprese tra il terzo (Terni) e il nono posto (Passignano sul Trasimeno) sono separate da poche migliaia di presenze una dall’altra. Gubbio nel 2023 ha fatto registrare 248.632 presenze (il 75%) sul totale delle 329.800 di tutto il suo comprensorio. Foligno da sola copre invece soltanto la metà del suo territorio. Orvieto il 65% così come Terni. Considerando le città con più abitanti della regione, nel 2023 Gubbio ha il dato più alto di pressione turistica dopo Assisi (fuori classifica con 50). Gubbio ha 8,1, superiore a Perugia 7,2, Terni 2,8, Spoleto 7,8, Città di Castello 4, Foligno 4,3.
Oltre a questo, vanno tenuti in considerazione numerosi altri aspetti: Gubbio è geograficamente isolata, ha un territorio vastissimo e quindi i centri turisticamente più importanti sono ad almeno 40-50 chilometri di distanza; ha stazione ferroviaria a 20 chilometri e non è collegata direttamente con Assisi da nessun servizio pubblico (neanche in primavera ed estate), tanto che spesso si vedono taxi della città francescana che evidentemente accompagnano turisti che alloggiano ad Assisi ma che vogliono vedere anche Gubbio. A proposito di ferrovia, è proprio di questi giorni la notizia che in autunno verrà istituito da Trenitalia “Espresso Assisi” un nuovo collegamento che viaggerà tutti i sabati e tutte le domeniche dal 5 ottobre al 1° dicembre 2024 partendo da Roma Termini. La corsa termina ad Assisi con fermate a Terni, Spoleto, Foligno e Spello. Naturalmente Gubbio non può far parte di progetti di questo tipo.
Dalla pandemia Gubbio ha perso diverse strutture alberghiere che non hanno più riaperto, privando la città di molti posti letto: Sporting, Pinolo, Torre dei Calzolari Palace. Per un lungo periodo anche Cortevecchio.
Ma, considerati tutti questi aspetti, Gubbio non è seconda a nessuno nel turismo di giornata. Da un rapido sondaggio effettuato nei giorni di ferragosto tra i turisti in piazza Grande, il rapporto tra chi ha alloggiato nel comprensorio di Gubbio e chi invece è soltanto di passaggio e si ferma poche ore è di circa 1 a 10, il che vuol dire che a Gubbio ci transitano oltre un milione di persone all’anno.
A questo proposito c’è un sistema molto innovativo quanto preciso per capire quanti turisti transitano in un luogo in un determinato periodo: è collegato alle sim telefoniche ed è pressoché infallibile. Al momento in Umbria lo utilizza il solo comune di Assisi perché a quella amministrazione e a quegli operatori non interessa sapere soltanto chi arriva in città per dormirci e quanto ci resta, ma interessa sapere esattamente quante persone ci passano in assoluto, perché anche tutti quelli che “soltanto” ci mangiano o comprano souvenir o visitano un museo, alla fine dell’anno sono milioni di persone e portano una valanga di soldi.
Quanto al 2024, i dati sono ancora ovviamente provvisori, ma parlano per i primi sei mesi di un piccolo aumento a livello regionale, mentre l’estate è stata bruttina ovunque: basti pensare che Perugia a luglio e prima metà di agosto ha fatto registrare oltre il 20% in meno rispetto all’anno precedente e presumibilmente questo dato sarà confermato anche per gli altri centri della regione Gubbio compresa.
Quanto alle manifestazioni che porterebbero migliaia di visitatori, va tenuto in conto che per organizzare festival o avvenimenti di vari giorni di durata con nomi altisonanti e che possano attrarre turisti non solo di prossimità (Umbria Jazz e Festival dei due mondi), sono necessari milioni di euro che i soggetti pubblici non sono in grado di garantire e senza il pesante e determinante intervento dei privati sono impossibili da realizzare.
Non ho parlato volutamente dell’aeroporto in attesa di sapere, oltre i roboanti dati diffusi periodicamente, se sia più importante per portare turisti in Umbria oppure per portare più comodamente umbri in vacanza altrove.