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Una lapide per Ubaldo Palazzari, uno dei tanti civili innocenti che nel ’44 persero la vita a Gubbio

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Nel pomeriggio del 26 luglio lo scoprimento di una vecchia lapide, ritrovata e restaurata, è stato l’occasione per ricordare la morte a soli sedici anni di Ubaldo Palazzari, il 4 luglio di ottanta anni fa

Una cerimonia è stata organizzata da Massimo Fiorucci all’incrocio tra le vie Giovanni Falcone e Gentile da Fabriano in vocabolo “Sorbo” di Fontanelle, nella pianura eugubina.
Ubaldo Palazzari nel primo pomeriggio venne colpito dalle schegge di un colpo di mortaio tedesco mentre stava cavalcando un somaro a pochi passi dall’aia della casa colonica dove abitava la sua famiglia. Soccorso dal padre Enrico, morì praticamente all’istante per le gravissime ferite riportate nell’esplosione.

Alla cermonia ha presenziato anche Elena Palazzari, 93 anni, sorella di Ubaldo e testimone oculare del tragico incidente

In quei giorni del 1944 era particolarmente violento il fuoco di posizione tra i soldati tedeschi asserragliati sui monti che stanno alle spalle di Gubbio e quelli degli eserciti alleati che avanzavano da sud e si erano posizionati sulle colline in fondo alla pianura eugubina. In particolare proprio nelle due giornate tra martedì 4 e mercoledì 5 luglio si contarono diversi morti in vari episodi del tutto simili tra loro. Un paio d’ore dopo Palazzari, lo stesso 4 luglio, un altro colpo di mortaio cadde nell’aia di una casa colonica a pochi metri dalla stazione di Padule, provocando in questo caso la morte di due donne (Maria Sannipoli in Menichetti, Maria Fiorucci in Calzuola) e di un bambino (Orlando Calzuola di 12 anni), mentre un altro bambino, Primo Calzuola di nemmeno tre anni restò gravemente ferito alla testa.

La mattina del giorno seguente, sempre per un colpo di mortaio caduto in piazza Bosone, persero la vita altre tre persone innocenti, mentre nel tardo pomeriggio lungo gli stradoni che conducono alla basilica di Sant’Ubaldo venne ferito mortalmente il giovane vigile del fuoco Umberto Paruccini, mentre stava portando pane agli ostaggi trattenuti dai tedeschi nei locali del convento in cima al monte Ingino. Giorni tragici, a poco più di due settimane dall’eccidio dei 40 Martiri, che il 22 giugno aveva segnato per sempre la storia della città.

L’iniziativa di Massimo Fiorucci e della Pro-loco di Fontanelle è stata un gesto nel segno della memoria e della cultura di pace, assolutamente da tramandare alle giovani generazioni come hanno ricordato anche il sindaco Vittorio Fiorucci, Laura Tomarelli, presidente dell’Associazione Famiglie 40 Martiri ed Ellis Gulli, presidente di ANPI Gubbio, presenti alla cerimonia, al termine della quale sono stati ringraziati la falegnameria Martini, l’artigiano marmista Luca Grilli, il muratore Enrico Ciarafischi che hanno prestato gratuitamente la loro opera e le famiglie Rogari e Cacciamani per l’ospitalità.

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