Frammentologia, la disciplina cuore del progetto “Fragmenta Iguvina” presentato alla biblioteca sperelliana di Gubbio
E’ la frammentologia al centro del progetto di studio “Fragmenta Iguvina”, realizzato dal Prof. Leonardo Costantini dell’Università di Bristol e portato avanti anche dalla Dott.ssa Laura Rogari, nell’ambito di un dottorato nazionale di ricerca in heritage science dell’Università La Sapienza di Roma, con la supervisione dello stesso Prof. Costantini e della Prof.ssa Simona Inserra dell’Università di Catania.
La frammentologia è quella disciplina che si dedica allo studio dei frammenti manoscritti di riuso ovvero di quei fogli o parti di essi appartenenti a libri, codici o atti medievali e rinascimentali e tipicamente costituiti da pergamena o carta. Tali frammenti venivano appunto riutilizzati come rinforzo alla rilegatura di altri testi di epoche successive.
Quello della frammentologia è quindi un contributo preziosissimo, che va a supportare ambiti diversi, dalla filologia, alla codicologia, alla paleografia, allo studio della storia del diritto e alla musicologia. Basti pensare che spesso frammenti di riuso particolarmente antichi rappresentano l’unica testimonianza superstite di scritture o notazioni musicali.
E’ stato dunque un lavoro certosino quello avviato dal Prof. Costantini con la collaborazione della Dott.ssa Laura Rogari in “Fragmenta Iguvina”, nell’ambito del progetto Fragmentarium (https://fragmentarium.ms/), al quale la Biblioteca Sperelliana di Gubbio ha aderito e che ha come obiettivo principale quello di sviluppare un laboratorio digitale specializzato per la ricerca di frammenti di manoscritti medievali. Nel caso della Biblioteca Sperelliana sono stati analizzati i libri a stampa del Fondo Antico nei quali sono spesso contenuti frammenti di manoscritti.
Hanno presentato lo studio preliminare nella serata di ieri, presso la Sala Ex Refettorio della Sperelliana, proprio il Prof. Costantini e la Dott.ssa Rogari, i quali dopo un interessante excursus sulla nascita della biblioteca eugubina, che mutua il nome dal vescovo Alessandro Sperelli, hanno introdotto i punti salienti della ricerca e mostrato al pubblico alcune immagini dei frammenti catalogati. Il Fondo Antico al quale appartengono i frammenti oggetto di studio è il nucleo fondante della biblioteca e si compone dei volumi appartenuti al vescovo Sperelli, il quale nel 1666, con la donazione alla comunità eugubina degli oltre 7000 volumi della propria biblioteca, ha di fatto il fondato la Biblioteca Sperelliana di Gubbio.