Capacità produttiva tornata a livelli pre-Covid e drastica diminuzione delle liste di attesa, benché si sia scelto di preservare il principio di prossimità territoriale per i fragili, gli over 65, gli oncologici e gli invalidi gravi, scelta che, seppur ha rallentato lo smaltimento e provocato gran parte delle nuove liste d’attesa, permette di offrire all’utenza un servizio più agevole.
È quanto emerso nella riunione che si è tenuta oggi a Palazzo Donini in merito al piano straordinario per lo smaltimento delle liste di attesa alla presenza della Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il direttore regionale, Massimo D’Angelo, i direttori delle Aziende ospedaliere e sanitarie locali, i direttori dei Distretti sanitari e i direttori di presidio ospedaliero.
Nonostante le liste non siano state totalmente azzerate entro il 31 luglio, data che la stessa Sanità regionale si era fissata nei mesi scorsi, vi è stata una netta erosione che ha permesso di scendere dai circa 73 mila percorsi di tutela che si registravano a maggio, e che si erano accumulati anche a causa della pandemia, ai 19 mila di oggi, di cui la metà è composta da esami endoscopici e visite oculistiche che saranno smaltite dal sistema pubblico, sistema che nel frattempo, come già detto, ha raggiunto i livelli prestazionali 2019 pre-Covid.
Delle prestazioni pregresse svolte, il 50% sono state gestite dal sistema pubblico, l’altro 50% da quello convenzionato, quindi senza ulteriore spesa da parte dei cittadini.
Tra maggio, giugno e luglio il sistema delle nuove prestazioni richieste non è andato ancora in equilibrio e questo ha fatto accumulare 29 mila prestazioni in attesa, di cui la metà circa a causa della già citata distrettualizzazione per i cittadini over 65, fragili, oncologici e invalidi gravi.
Va comunque sottolineato che il rispetto dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie urgenti ha raggiunto un valore superiore al 90%.
La Presidente Tesei ha ribadito che il piano straordinario e la metodologia messa in campo hanno portato i propri frutti, e che bisogna continuare in maniera determinata su questa strada. La sfida è quella di portare, entro 6 mesi, in equilibrio il sistema erogando tutte le prestazioni nei termini previsti, nonché garantendo l’appropriatezza delle prescrizioni grazie all’aiuto dei medici di medicina generale.