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USTICA | Tecniche di indagine geologica per esplorare il sottosuolo del Villaggio dei Faraglioni

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I ricercatori dell’INGV chiamati a esplorare il terreno sottostante con l’intento di scoprire ambienti, strutture e oggetti dell’Età del Bronzo

Sono iniziate le operazioni di esplorazione del sottosuolo del Villaggio dei Faraglioni dell’isola di Ustica in Sicilia a cura dei geologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con alcuni studiosi accreditati dal Parco archeologico di Himera Solunto Iato di Santa Flavia (PA).
Il Villaggio, infatti, contiene un insediamento preistorico dell’Età del Bronzo conservato al meglio nell’area del Mediterrano. Più di tremila anni fa, il villaggio era popolato da qualche centinaio di persone che si era insediate in un fazzoletto di terra affacciato sul mare. Dedita all’agricoltura e alla pesca, la popolazione costruì un possente muro fortificato, lungo 250 metri, alto 5 metri e rafforzato da 13 torrioni, a causa delle insidie dell’epoca.
Tuttavia, all’improvviso la vita della comunità s’interruppe e oggi si ritrovano i resti di capanne con arredi e suppellettili abbandonati nella loro posizione d’uso, come quando si fugge senza avere il tempo di portar via nulla.
E’ un mistero finora irrisolto cosa rese improvvisamente impossibile la sopravvivenza in quel luogo: un disastro naturale, una deportazione di massa, una crisi ambientale?
Per scoprirne di più ed indagare su eventuali cause naturali, gli archeologi hanno chiamato in soccorso i ricercatori dell’INGV che, con gli esperti della Sezione ‘Osservatorio Vesuviano’ di Napoli e della Sezione di Roma 1, hanno iniziato una campagna di prospezioni geofisiche sulle fortificazioni. Le operazioni di ricerca faranno sistematici rilievi georadar e geoelettrici utilizzando tecniche d’indagine in grado di esplorare il terreno sottostante senza ricorrere a scavi, fino alla profondità di qualche metro, con l’intento di scoprire gli ambienti, le strutture e gli oggetti sepolti.
L’obiettivo principale dell’indagine è, nella prima fase, il grande muro difensivo del Villaggio, che si sta rivelando un complesso sistema fortificato, composto da varie strutture interconnesse che si sviluppano su una vasta area all’esterno della muraglia.
L’architetto Domenico Targia, neodirettore del Parco, ha fortemente voluto questa collaborazione per dare un importante impulso alla valorizzazione dei Beni Culturali di Ustica.
La ricerca è il frutto di una stretta collaborazione tra il Parco archeologico di Himera Solunto Iato e l’INGV che si rafforzerà attraverso la formalizzazione di un accordo interistituzionale, allo scopo di dare continuità alle ricerche già avviate dalla dott.ssa Anna Russolillo, dal dott. Franco Foresta Martin e dall’archeologo Pierfrancesco Talamo.

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